Sono agli arresti da lunedì.
Tra lo smart working e la sopravvivenza della clausura (sono tra quegli indefessi che non se ne va a fare passeggiate a cazzo ma solo per necessità ma pensa che il male comune sia un servizio al prossimo nonostante se stessi) ho finalmente trovato il tempo di tornare alla scrittura.
Qualcosa di buono c'è stato.
Ho infatti pubblicato altri capitoli della mia fanfiction Annoiati Pericolosi:
Il mio cervello sta andando a recuperare altre cose... la sera ho letto un po'.
Mi ha aiutato a rilassarmi. Ho solo finito un paio di libri che avevo cominciato... ma ho ancora una trentina di libri da cominciare e altri cinque o sei da finire.
Sono una di quelle persone fortunate che ama leggere...
Personalmente, sto provando una profonda rabbia in questo periodo. Voi no?
Oltre allo scoprire che la Repubblica Ceca ci deruba ma il "nostri" non fanno nulla (per pavidità, corruzione o entrambe le cose), il comportamento del "Ma io" e "Tanto si deve morire in qualche modo" di certa gente mi fa vergognare di rientrare nella categoria di "essere raziocinante" come questi individui.
Nel primo caso, è l'egoismo che più sopporto di meno. Sono quei falliti che non possono rinunciare al loro stile di vita, mentre tutti gli altri sì. Anche loro fanno sacrifici, certo... ed essendo loro dobbiamo essere grati per questo stoicismo! Gli altri devono farne di più perchè la mamma ha detto loro che sono più importanti di qualunque cosa! Vivono come se il loro cervello prevedesse il futuro. Meritavano di beccare uno stronzo col raffreddore che gli starnutisse addosso per passare i 15 giorni successivi a cagarsi sotto, ma continuando a non preoccuparsi per gli altri.
Gli altri... gli altri mi fanno un misto di tristezza e intolleranza. Quelli che pensano che in fondo si deve pur morire di qualcosa, sono tendenzialmente persone di una certa età. Uomini e donne che hanno avuto una lunga vita, si spera bella, e che non hanno poi così paura con la morte. Se l'aspettano.
Certo, ci sono quelli che sono solo degli imbecilli non poi così anziani e che non hanno idea a cosa andrebbero incontro, ma la maggior parte di loro è composta da persone che la loro vita l'hanno vissuta e che, davvero, fanno i conti con l'idea di morire. Li capisco ma non li comprendo.
Perchè?
Perchè non sanno, soprattutto, che ammalarsi in quel modo vuol dire mettere di fronte a uno sforzo titanico delle altre persone.
Tutto il nostro personale ospedaliero rischia quotidianamente e quando tutto sarà finito dovranno affrontare le conseguenze delle perdite che hanno dovuto incassare. Uno stress post-traumatico che non è facile da affrontare... se non sei uno psicopatico, ovvio.
Perchè in quel momento chiunque è attaccato alla vita, ma sono loro che combatteranno per queste persone che non hanno voluto combattere con loro prima.
Poi... poi ci sono le storie dei 20 caschi respiratori dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII che diventano 139 grazie a un'azienda di Levate. +E penso che c'è speranza, se ognuno di noi farà la sua parte.
Tra poco sarà il compleanno di mia nipote. 15 anni. Le ho comprato un paio di orecchini e spero di darglielo il prima possibile.
Ma sarò un colibrì.
Fonte: https://slideplayer.it/ |
Nessun commento:
Posta un commento
Ciao,
benvenuto nella sezione commenti.
Sei pregato di evitare qualunque azione molesta.
Grazie.