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Nel poco tempo che ho avuto, la sera, ho potuto leggere Il Misantropo di Molière.
Quest'opera teatrale è stata rappresentata per la prima volta nel giugno del 1666 ma, se devo parlare con franchezza, non dimostra così tanto la sua età. Con pochi accorgimenti, sarebbe perfettamente rappresentabile anche nel mondo contemporaneo perché tutti i personaggi rappresentati sono ancora stereotipi estremamente contemporanei. Una commedia teatrale godibile anche da leggere.
C'è Alceste, il Misantropo, l'uomo che non accetta compromessi e pretende di combattere le ipocrisie, i vizi etc... che se lo vedi con una chiave più smaliziata, noti che la sua intransigenza non è data da un carattere davvero augusto, ma è semplicemente ottuso, prepotente ed egoista, oltre ad avere un ben elevato senso di sé.
Abbiamo inoltre Filante, l'amico più mondano e morbido di Alceste che tenta di ammorbidire l'amico e di farlo ragionare, perchè ci sono modi e modi di dire le cose.
C'è la bella Selimene, di cui Alceste è innamorato, una giovane vedova mondana, dalla lingua tagliente e che vuole vivere con libertà i suoi vent'anni potendosi divertire. Piace e si fa piacere con i suoi modi di fare civettuoli.
Poi c'è Eliante, la cugina "saggia" di Selimene che è meno esuberante della cugina, ma che anche lei (lo si scopre più tardi) ha i suoi corteggiatori.
Ci sono poi Arsinoé, nome odioso per quella che non esiterei a definire, zitella bigotta ma che vorrebbe essere viziosa se solo sapesse piacere almeno un po'.
Più andavo avanti a leggere, più volevo dirgliene quattro ad Alceste.
Uno dei motivi, forse, è perché ho spesso avuto a che fare con i finti intellettuali del suo calibro: che non solo si permettono l'onore di giudicare, ma lo fanno senza un vero diritto. Fanno gli stronzi "perché sono onesti" solo perché non pretendono di essere considerati più di quanto davvero non valgano e che, in verità, l'unica cosa che vogliono fare è insultare il prossimo perché valgono poco loro stessi. Finissero tutti come lui... si troverebbe parcheggio a Milano.
E' proprio questo che mi è piaciuto del Misantropo. I personaggi sopra citati e quelli che non ho citato sono estremamente attuali e, se togli loro pizzi e merletti delle parrucche, abbiamo degli uomini estremamente contemporanei.
Da quella che piace a tutti e che civetta con tutti, quella che fa la morale perchè non può più dare il cattivo esempio (ah... bocca di rosa... bocca di rosa... non invecchi mai e sei eterna come la terra!) a quello che "perché l' ama" la insulta soltanto, all'amico paziente e l'amica tranquilla... oltre ovviamente a chi pensa di piacere anche se non è vero.
Molière si dimostra a buon titolo il commediante di Francia con davvero dei deliziosi canovacci di grande intelligenza.
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Non c'è da stupirsi che i francesi lo amino quanto gli inglesi amino Shakespeare.
Nei fatti, come oltremanica (e oltre oceano i loro cugini) si preoccupano di rappresentare e rispolverare Romeo e Giulietta, l'Amleto e Sogno di una notte di mezza estate, anche i francesi fanno lo stesso con il loro commediografo nazionale.
Proprio su ispirazione, infatti, voglio consigliare un film del 2013 (che Robe's definisce "delizioso"): Moliere in Bicicletta (Alceste à bicyclette) regia di Philippe Le Guay con Fabrice Luchini, Lambert Wilson, Maya Sansa, Laurie Bordesoules, Camille Japy. Questa commedia dal finale un po' amaro è una rivisitazione in chiave moderna proprio del Misantropo e dell'ipocrisia della società che è in auge come allora, traverso due amici attori che si rivedono dopo anni. Una chicca? Il signor Luchini abita davvero in quella casa terribile dove abita il suo personaggio che poi è proprio il misantropo. La storia è deliziosa che in italiano ha un'unica grande pecca: quando cantano "il mondo" si perde un po' la comicità dell'uomo francese che tenta di cantare una canzone che non è nella sua lingua... in francese è tutto più simpatico.
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Altro magnifico film con Molière nell'aria ma anche sullo schermo è "Le avventure galanti del giovane Molière" (Molière) del 2007, regia di Laurent Tirard, con Romain Duris, Fabrice Luchini (sì, ancora lui... ma è un grandissimo attore, quindi va bene) Laura Morante, Edouard Baer, Ludivine Sagnier. In questo film il drammaturgo, ancora giovane e inesperto, è desideroso di fare i grandi drammi che secondo lui sono le vere opere teatrali, finisce in galera per debiti e accetta di lavorare per un ricco signore il cui scopo e di far innamorare la ricca e giovane vedova delle sue zone. Nome in codice? Tartuffe. Storia deliziosa e per nulla impegnativa in cui l'autore si è preoccupato di mettere tutto il mondo teatrale che farà la sua comparsa negli anni a venire. Insomma, una versione più bella di Shalerpeare in love: almeno è divertente e non t ifa venire l'urticaria per i grossolani errori di bassa lega. Scusate, non ho mai notato la parte romantica della storia... c'è chi può, io no.
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