venerdì 28 settembre 2018

PENSIERI DI ALTRI - parte 6°

Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.

Dante Alighieri, intellettuale italiano

Fonte:
https://www.avvenire.it/
Non so se è davvero sua, ma a me piace molto...

mercoledì 26 settembre 2018

AGGIORNAMENTI

Lettera V di Annoiati Pericolosi pubblicata (anche su Watpad).
Buona lettura a tutti!

Forse ho sbagliato a copiare i link di Watpad prima di questo. Vedrò di controllare e correggere il prima possibile.

TONI CUPI DA UN NOIR REALE

Certo, credere nella magistratura è un dovere. E un obbligo. I familiari di David non possono appellarsi ad altro. Perciò ho scritto questo libro: per mettere in fila i fatti e dare la possibilità a chi lo desidera di formarsi una propria opinione su cosa può essere accaduto a Siena prima, durante e dopo quel 6 marzo 2013.

https://scribacchinoxpassione.blogspot.it
Fonte:
https://img.ibs.it/
Ne parlai qualche tempo fa: ho comprato Il Caso David Rossi, il suicidio imperfetto del manager Monte Paschi di Siena, scritto da Davide Vecchi ed edito da Chiarelettere.
Ora che l'ho finito, ho deciso di dedicargli un intero post, contrariamente al precedente articolo, questo sarà interamente incentrato su questo libro.
Personalmente, lo ammetto, fino a una sera di qualche mese fa, praticamente l'anno scorso, non mi ho mai provato particolare interesse per la vicenda. Non perché il fatto non abbia un che di interessante, ma piuttosto perché non mi piacciono i fatti criminali o comunque di mistero del nostro tempo. Ho una particolare passione per i vecchi gialli, come quello di Wilma Montesi, ad esempio, ma non posso arrivare troppo vicino ai nostri tempi.
Poi l'intervista: Davide Vecchi, l'autore, in un non ben specificato programma televisivo (rientro nella categoria dei zappinghisti anonimi) in cui parlava del caso del Manager della Banca più antica del mondo.
Non so esattamente cosa mi ha fatto rimanere su quel canale, so solo che mi ha interessato la passione con cui lui e altri ospiti parlavano del caso. Il suo libro era uscito da poco e quindi lo stava promuovendo e non era tanto la storia, quanto la passione con cui parlava che ha suscitato la mia attenzione.
La discussione del caso, poi, mi ha riportato subito all'epoca dei fatti e della discussione che ne scaturì con mio padre quando, la sera, il telegiornale informò noi e tutti gli altri italiani del tragico evento. Non ricordo bene cosa commentammo, ma eravamo scettici entrambi nonostante la credibilità dell'ipotesi di suicidio: gli ingredienti del complotto italiano ci sono tutti dal manager di alto livello, alla banca, all'annuncio del suicidio... bah...
Ma io, come tutta la mia cerchia di conoscenze, non viviamo in quel mondo: non viviamo nel mondo della finanza e non viviamo a Siena.
Davide Vecchi, invece, quella storia la conosce bene. La conosce bene perché seguiva il caso del crak finanziario del conte prima e poi anche il caso di Rossi. Rossi che conosceva di persona.
E' un giornalista che ha seguito la storia fin dall'inizio e fin dall'inizio lo ha fatto con la massima serietà e critica, come deve essere per un giornalista. Non ha cominciato dopo, perchè la storia aveva fascino e non l'ha fatto all'acqua di rose. Ha seguito questo caso con passione e ne ha subito le conseguenze andando anche a processo senza che ci fossero prove.
Fu per questo che decisi di comprare il libro e, nonostante non sia un volume esorbitante, ci ho messo un po' a leggerlo. E non era neanche per colpa della mia dislessia: è proprio il malessere che ti lascia dentro. O per lo meno che MI ha lasciato dentro.
C'è il malessere per la mala giustizia che non ti fa leggere volentieri perché non vuoi leggere che quelle imprecazioni che l'italiano medio lancia contro la giustizia siano così vere. Scusate la frase complicata.
Il libro poi tratta i punti fondamentali della storia di questo Suicidio Imperfetto. Elementi che sconfortano e fanno arrabbiare e che fanno pensare alla desolazione in cui vivono le persone giuste (io non mi ci metto: sono solo idealista) e che vedono il solito marciume che fa da padrone.
Gli elementi che mi hanno più colpito dell'intera storia, comunque, sono:
  • In primis il suicidio a priori: anche il signor Vecchi lo ricorda e qualunque telefilm americano (da Colombo in avanti) rammenta che un suicidio è omicidio fino a quando non si scopre il contrario. Misteriosamente, i pm sienesi non lo sanno. E si incazzano pure se qualcuno presenta delle obiezioni (lui non lo dice ma io l'ho letto tra le righe: ma forse è la mia malafede, visto che tutti quelli che sono in torto sono aggressivi quando il giusto si fa valere - o lo temono)
  • Le prove distrutte. E l'autore non lo dice, ma lo faccio io in questo blog non letto: hanno distrutto per difendere qualcuno. Che poi non parlo di mazzetta contante, non sarà necessariamente così, ma la corruzione passa anche attraverso altro. Non si distrugge così, a cavolo, fazzoletti, indumenti e altro. E, sinceramente, mi fa ancora più schifo l'idea della buona fede: questi incompetenti lavorano ancora e se cercate online, sono pure decantati come degli eroi. Ma eroi di cosa? Ma si sa, anche i giornalisti sono nel calderone dei vigliacchi e ingordi. Sì, non ho una grande stima per la categoria: capirete quindi qual è il mio approccio con questo libro essendo l'autore un giornalista.
  • Ipotesi non considerate nonostante ci siano palesi dubbi. RoBe's direbbe: "uomini con un briciolo di potere, che vuoi farci? Un classico", ma io non ci sto. Non tutti gli uomini sono così e quelli non sono uomini: sono quaquaraqua. E poi vi chiedete perché l'accusa di insabbiamento è nell'orecchio dello spettatore o del lettore? Io non sono un'investigatore e sinceramente non ho neanche passione per svelare misteri, ma pure io farei meglio, anche solo perché non forzerei i dati a disposizione. Come lo so? Lo faccio nella vita reale. Non mi sforzo di rendere la mai realtà o la realtà dei fatti dei miei amici per ingoiare meglio la pillola: se è amara è amara. Punto. Bisogna essere scevri dai pregiudizi e vedere cosa è credibile. Sarà che ho sentito molti uomini dare ottime scusanti sul perché maltrattano le mogli e... quelli sono i PM che darebbero loro ragione. O uno stupratore che dice "ma lei voleva"... siamo a questi livelli, ci rendiamo conto?
  • La denuncia per truffa ed estorsione. Questa, ragazzi, è stata l'apoteosi. Mentre distruggevano prove che sarebbero servite ad un riesame, mentre archiviavano in fretta (e diciamocelo: molta fretta, quando mai arrivano così velocemente a un giudizio qui in Italia? Non volevano perdersi le vacanze?), mentre facevano di tutto per fare le cose di nascosto alla famiglia Rossi (chiudono l'indagine qualcosa come il giorno prima della chiusura del tribunale per avere manovra per occultare le prove da loro considerate inattendibili) hanno avuto il tempo di istruire un fascicolo contro la Vedova e il suo Avvocato e ci mettono anche Davide Vecchi. Ora, questa è una delle zone grige, a mio parere, ma visto che lei è stata zitta per tutto il tempo, sinceramente, la credibilità non ce l'hanno loro ma piuttosto la signora Antonella Tognazzi. Sembrano i lacchè delle eminenze grige e nascoste dietro alla facciata secolare della Banca. Non lo dico perchè odio i rappresentanti della giustizia, o invidia per le loro carriere... lo dico perchè è quello che hanno fatto. Sembrano certi bulletti del quartierino. E io ho sempre detestato i bulli e anzi, ho sempre fatto controbullismo a suon di botte, pur risultando la metà del mio molestatore. 
  • Le analisi successive hanno potuto solo constatare una cosa: il pessimo lavoro di chi li ha preceduti.
Per il resto il libro ha un che di amaro in bocca: continua a dire, quasi in un mantra 
Ma questa è la realtà. Questa è Siena
che a volte sembra un'accusa alla città, poi al nostro malcosume, poi prende le tinte del noir anni venti.
Una cosa che ha scritto mi ha trovato subito d'accordo:

L'ennesimo capitolo scandito da omertà, omissioni, incapacità, deferenza al potere.
Nessuno direbbe che in questa storia c'è giustizia. Perché qui non c'è. Non ci sono vere indagini ma solo la protezione di Quelli. Quelli che l'Italiano Medio odia e che cerca come il cane maltrattato da col suo padrone.
Un esempio tra tutti è il numero... l'autore continua a scrivere di questo misterioso numero di telefono: 4099009. Un numero che, se cercate online ma anche se ne avete uno, ricorda di più il numero di un conto... ma chi lo sa. Lo hanno provato a fare? No. Magari serviva per disattivare qualcosa... ma ora sto sfociando nel complottismo, scusate.
Leggendo il libro ho subito ripensato a quello che pensai all'epoca dei fatti e quando parlavano delle chiamate con il suo capo. Viola a Dubai con i soldi degli investitori defraudati. All'epoca lo pensai perché era un banchiere e questa volta l'ho rifatto scoprendo che proprio quel banchiere è stato a sua volta indagato per falso in bilancio e aggiotaggio sempre per questa banca... La cosa che ho reputato più rivoltante era il suo prendere le distanze con i non ricordo e il suo comportamento in questa faccenda mi avrebbe fatto fare una sola cosa: indagarlo come mandante. Non l'hanno fatto, quindi a me la sua pavidità di comportamento e la sua omertà me lo fanno risultare colpevole.

Ma ora, parliamo dell'ipotesi di suicidio. Perché sì, l'ipotesi c'è e rimane
E per quanto possa sembrare assurdo, non sarebbe neanche stata così inverosimile. Il signor Rossi, pace all'anima sua, era invischiato fino al collo, volente o nolente in una brutta storia. Una storia terrificante che fa pensare al peggio la mia anima cinica. Vecchi tenta di raffigurare Rossi come un brav'uomo, non un santo, ma a paragone di tutti gli altri quasi lui lo sembra. Non centrava nelle frodi alla Banca o nel suo crak finanziario, questo lo hanno appurato, ma non ho la propensione di pensarlo del tutto pulito: in fondo era il Manager di una Banca e io sono nella categoria degli Italiani Medi.
C'è da dire che non era scappato, ogni giorno andava al lavoro e ogni giorno, nei mesi prima della sua dipartita, ha passato un periodo semplicemente terrificante. Un uomo normale diviene per lo meno un po' paranoico e lui aveva subito dei forti stress, lo avevano notato anche la moglie e la figlia, con i graffi autoinferti.
Ma i graffi sono accettabili: anche io quando sono sotto un forte stress ho fatto qualcosa di molto simile ma non è fatto per il dolore, quanto per aiutare chi lo fa a rimanere lucido. Sono graffi che non sono problematici di per sé, ma, pur non essendo laureato in psichiatria o psicologia, so anche io che se lo stress così acuto è prolungato può essere molto deleterio per la psiche di una persona. E tra l'odio che lo circondava suo malgrado, unito alla tensione che la polizia voleva mettergli addosso... in molti sarebbero crollati, io pure non so come avrei reagito. Pensare di essere dei duri e puri è stupido. Non sapremo cosa potremmo fare fino a quando non siamo nella stessa situazione. Una cosa è sicura: i suicidi sono irrazionali per chi rimane. Lo sono sempre. Proprio per questo che la procura deve indagare trattandolo come omicidio e poi declassarlo.
Perché i dubbi rimangono. Rimangono sempre e se non si scopre la verità, non si fa giustizia, una giustizia data dallo scoprire la verità, reale o plausibile che sia e non aleatoria e palesemente viziata. Perché se si fosse suicidato davvero, non è così che lo confermi, anzi.
E qui non c'è stata giustizia, ma l'opposto. Decidete voi cosa: ingiustizia, omertà, corruzione, irresponsabilità, sospetto, negligenza, malvessazione...
Insomma: se era davvero un suicidio, coglioni loro ad agire come se coprissero un omicidio anche se, come al solito, nessuno li ha staccati dalla sua poltrona.

Perché quando il signor Vecchi dice "Questa è la realtà. Questa è Siena." dice anche "Questa è la realtà. Questa è l'Italia." e usa quel tono sconsolato di chi si arrende davanti ad una realtà ineluttabile perché in fondo sa che siamo tutti così nel nostro piccolo: cerchiamo sempre di fotterci o non fare il nostro lavoro. Se no non avremmo i governi che abbiamo e non avremmo i disastri che subiamo. E, ancora peggio, vengono qui da qualunque parte del mondo, sporano, rubano e... e niente.
Questa è la realtà. Questa è l'Italia.











domenica 23 settembre 2018

VIAGGI IMMAGINARI IN LUOGHI ESISTENTI

Ho già raccontato, mi sembra, della mia passione per i saggi.
Sono, infatti, tra quelle centinaia di migliaia di persone che ama sapere come funzionano le cose, come sono nate, perchè sono diventate come sono.
Tra i libri che voglio condividere e consigliare, ci sono tre libri che negli ultimi anni mi hanno appassionato.
Questi libri sono di diverso stampo e di diversa datazione e di diverso stampo, ma perché la voglia di conoscere, almeno per me, non si ferma a un solo settore.

https://scribacchinoxpassione.blogspot.com
Fonte:
http://www.feltrinellieditore.it
Andando in ordine cronologico (per lettura) è il conosciutissimo Il pianeta degli Slum di Mike Davis (Edizioni Serie Bianca Feltrinelli). 
Un classico per gli studiosi (e non) della situazione delle baraccopoli.
Il libro parla della situazione sociale e ambientale di questi posti fatiscenti dove abitano un’infinità di persone.
Parla delle dinamiche e dei costi che comporta anche l’avere un loculo in uno di quei posti.
Devis fa una panoramica estremamente attenta ed esplicativa che è bene leggere per aprire la mente.
Un professore di sviluppo urbano la cui filosofia servirebbe in Italia, visto i progetti di certi professori universitari.
Sicuramente apre la mente su come si può vivere. La cosa buona è  che toglie il romanticismo che qualcuno vuole inculcare sulle Favelas. Perché possiamo chiamarle come vogliamo: Favelas, Slum, Baraccopoli... ma sono sempre i posti dove i poveri e i disgraziati del mondo riescono a trovare una casa nelle grandi città.

https://scribacchinoxpassione.blogspot.com/
Fonte:
http://www.feltrinellieditore.it
Il secondo libro che mi sento di consigliare è sicuramente la Storia dei porti – declino e rinascita delle città portuali di Pierre Gras (edizioni Odoya).
La televisione vuole costringerci a pensare che il porto sia come lo era più di un secolo fa… ma non è così. Chiunque abiti in una città-porto vede da una parte il legame profondo tra questi due binomi, ma dall'altro sente l'alienazione tra le due anime della città. Quest'alienazione però ha un'origine ben precisa: ha una storia e una motivazione.
Lo shock della distanza tra città e porto è abissale ed è dato dalla trasformazione della tecnologia che si fa sempre più veloce e irriducibile.
Ha avuto inizio alla fine dell’ottocento, per quel che riguarda i trasporti navali, e non si è ancora fermata.
Quello che nel settore viene chiamato “gigantismo navale” nasce dopo la seconda guerra mondiale, con il cambiamento della tecnologia e la nascita delle petroliere e delle navi porta container.
Il libro racconta molto bene, in modo semplice, chiaro e sintetico, cosa è successo nei maggiori porti del mondo (soprattutto europei) durante la seconda guerra mondiale e di cosa è successo dopo, nella ricostruzione e nelle scelte dei Paesi.
Ho letto con particolare piacere il resoconto di Genova e come la città ha reagito durante la seconda guerra mondiale. Perché senza enfasi né denigrazione l’autore (francese) ammette che i porti che hanno subito il minor numero di distruzioni (così come le città) sono i paesi che la Resistenza ha fatto un grande lavoro per la libertà durante la guerra. E l’Italia è tra questi: se fossimo stati davvero tutti fascisti e tutti contenti, la nostra storia sarebbe diversa, le nostre città sarebbero diverse. Genova era unita, orgogliosa ed esausta. 
Genova si è liberata da sola, quasi indenne. Perché gli alleati sono entrati solo perché i genovesi gliel’hanno fatto fare.
Gras parla, ovviamente, più del mondo che conosce, quello francese, ma lo fa con una mente fresca e non viziata delle “scuole d’architettura” come accadrebbe se avesse studiato l’argomento nel nostro Paese.
Un libro estremamente istruttivo.

Fonte: www.anobii.com/
Concludo con una nota diversa, ma comunque uguale. La città senza tempo. Storie di cimiteri, di Boris Akunin/Grigori Tchkhartichvili (edizioni Frassinelli).Un solo autore con due nomi. Conosciuto soprattutto per la saga noir Fandorin, questo genere è diverso. 
Il primo è lo pseudonimo Grigori Tchkhartichvili usa per scrivere con un duplice intento.
B. Akunin, infatti è legato ai due mondi di Tchkhartichvili: russo laureato in filosofia e cultura orientale, l’autore sa che Akunin vuol dire in giapponese “uomo malvagio” e mettendo la “B” puntata davanti al cognome, c’è il rimando a Bakunin, rivoluzionario russo che è uno dei fondatori dell’anarchismo moderno. 
Sembrerebbe strano inserire un libro del genere, se non fosse che non è solo un libro con dei racconti, ma anche un libro che descrive, narra e racconta la realtà di alcuni dei più importanti cimiteri del mondo.
Tshkartichvili con la passione dei cimiteri e delle storie che ci sono attorno. L’autore, col suo nome vero, racconta delle sue visite a sei dei più importanti cimiteri del mondo: il Donskoe di Mosca, l’Highgate di Londra, il Pere-Lachaise di Parigi, il cimitero straniero di Yokohama (quest’ultimo con un interessanti aneddoti che sanno di dejavu), il Green-Wood di New York, finendo con il cimitero ebraico di Gerusalemme.
Questi resoconti sono seguiti da altrettanti racconti ambientati proprio in questi cimiteri, con un’ambientazione per lo più soprannaturale (come in fondo ci si aspetta vista l’ambientazione) che gli amanti del genere ghost non possono non apprezzare. I racconti, come i resoconti, sono infatti scritti molto bene e sono una piacevole lettura. 
Il tutto è un esempio di come si può avere splendide suggestioni su ogni cosa e che serve conoscere per raccontare qualcosa di bello.
Il grande difetto per i poveracci come me? Il prezzo di copertina: è di diciassette euro, nonostante non sia di molte pagine.



mercoledì 19 settembre 2018

PENSIERI DI ALTRI - parte 5°

La letteratura non è altro che un sogno guidato.

Jorge Luis Borgesscrittore e accademico argentino

https://scribacchinoxpassione.blogspot.com/
Fonte:
https://www.artapartofculture.net/

martedì 18 settembre 2018

AGGIORNAMENTI

Finalmente ho pubblicato un nuovo capitolo di Annoiati Pericolosi: Lettera LIV (Wattpad) .
Anche questo ho dovuto rimaneggiarlo un paio di volte.
Più vado avanti, pur sapendo come finisce, mi chiedo come saranno come scriverli... vabbeh. Vediamo.

lunedì 17 settembre 2018

Pensieri di Altri - parte 4°

La letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta.

Fernando Pessoa, poeta e scrittore portoghese

Fernando Passoa
Fonte: https://www.paginainizio.com/

venerdì 14 settembre 2018

Aggiornamenti pubblici e personali

Ieri alla fine ho pubblicato la Lettera LIII (wattpad) di Anniati Pericolosi.
Pensavo di pubblicare in giornata (quella di ieri e quella di oggi) un altro capitolo, ma non ho avuto abbastanza tempo. Lo farò domani in mattinata.

Dovrei ancora risolvere la questione cartacea della mia storia pubblicata, ma non ho ancora avuto la forza di farlo, per questioni puramente logistiche e di pigrizia ben combinate tra loro.
Nel frattempo però ho risulto un vecchio (di mesi) e odiosa questione con l'accesso al mio account personale poste.

Oggi mi è capitata ancora la stessa cosa di sempre: alcune persone pensano di prendermi in giro con perché puerilmente ipocrite e convinte non solo di essere grandi spie, ma anche di poter vincere sul duello di chi ha ragione.
Io vinco anche solo perché non nascondo nulla e le mie palle sono al posto giusto.
Se capissero che la cosa che da fastidio è l'essere presi in giro pure male, forse capirebbero quanto sono stupidi, ma si sa... lo stupido non sa di esserlo.
Scusate lo sproloquio, ma in fondo qui posso scrivere quello che voglio.
E di sicuro, la prossima volta mi faccio pagare. Provo sincera stanchezza a fare da spalla a chi non lo merita.
La prossima volta me ne vado a leggere un libro in biblioteca, piuttosto.
Per quel che mi riguarda, ho perso solo tempo oggi.

giovedì 13 settembre 2018

PENSIERI DI ALTRI - parte 3°

Se inizierò a parlare di amore e stelle, vi prego: abbattetemi.

Charles Bukowski, poeta e scrittore statunitense

Charles Bukowski
Fonte: http://www.quasimezzogiorno.org/


E ora permettetemi una riflessione.
Ho sempre pensato che questo autore fosse un grande. Da quando lessi il titolo "Quello che importa è grattarmi sotto le ascelle". La curiosità per un titolo simile, ha aperto un mondo, e per fortuna.
E' mia convinzione, infatti, che solo un uomo dotato di profonda ironia, immensa intelligenza e tanto tormento possa essere un letterato come Bukoswski.
Ma io amo molti autori controversi: ancora non capisco perchè si debba alzare gli occhi al cielo quando si parla di Pavese. Perchè sì, lo preferisco a Pasolini.
Ma solo chi non ha un anima non può non rimanerne travolto.

mercoledì 12 settembre 2018

Aggiornamenti e riflessioni

Dopo giorni infiniti, finalmente ho pubblicato Lettera LII (Wattpad) di Annoiati Pericolosi.
Purtroppo devo ammettere che l'ho riscritta tre volte perché lo reputassi accettabile come capitolo.
Sto comunque continuando a scrivere tanto altro e leggere.
Ho il cervello che fuma, come al solito.
In verità vorrei dedicami di più alla letteratura, ma a dire la verità, non riesco a farmi piacere troppa letteratura trovando i saggi sempre estremamente affascinanti.
Parlerò più aventi di questi libri perchè voglio condividere questa passione con qualcuno.
Purtroppo nel mondo reale non ho molte persone che trovano affascinante leggere saggi, o leggere in generale.
In verità non capisco se hanno degli interessi di un qualunque tipo.
Provo molta ansia per certe vite passate solo a lavorare e a mettersi sul divano facendo zapping. Lo zapping mi urtica in particolar modo. Vuol dire, oltre che non c'è niente di interessante in televisione, che non ci sono neanche lì storie che ti appassionano. E se non piace guardare la televisione... perchè non spegnerla e fare altro?
Non dico necessariamente tutti i giorni, ma non farlo mai...
Spesso ho paura di diventare così, senza passione... ma per ora mi rimane lo scrivere... e la storia di David Rossi sul comodino.

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